Pets, la mini serie

Annabaldo

INTRO

Oggi ho zappato, davvero. Poco, e con un risultato così così, ma per me molto soddisfacente. E poi mi è venuta l’idea. Fate voi, in merito a quanto poetico possa essere lo scrivere.
In realtà mi accorgo che non è semplicemente arrivata l’ispirazione divina, è stato più un precipitare di una serie di stimoli che stavano nell’aria come materiale cosmico. Una scintilla e BANG! No, forse è troppo, che non mi è venuta l’idea per vivere da influencer, e per di più senza neanche fare una foto per Instagram ogni tanto. A qualcuno piace dire che ho unito un po’ di puntini, e ora ve li racconto, in ordine sparso.

[Nota seria, se no i clienti dicono che oggi non ho lavorato: oggi invece ho dedicato tempo all’auto-formazione, sul tema blogging, scrittura, ecc. Sono pause tecniche, attive, che servono moltissimo, visto che non si può vivere solo di urgenze, esecutivi e email da evadere, specie quando, in realtà, stai aspettando che i signori dalle aziende si decidano a rispondere alle email che tu, freelance, hai inviato finché loro facevano ponte.]

Dunque, torniamo alle dediche.

La Fede.

La Fede è una mia amica da mille anni, e oggi di anni ne compie uno in più. La Fede ha condiviso con me un sacco … di avventure, penserete voi. Io dico, invece, di figuracce, di quelle che poi ci ridi sopra per decenni, al solo ricordo. E infatti siamo sempre amiche, in attesa che arrivi la prossima figuraccia per una delle due. Ma condivide con me anche l’avventura di decidere, non si sa come e quando, di prendere un cane. Piccola cosa? Sì e no. Nel mio caso, piccolissima, data la dimensione del cane di cui sto parlando, e anche dell’impegno che richiede. Nel suo, cosa media: il cane è sempre piccolo, ma i cambiamenti che ha portato nella vita della casa sono notevoli.

La Dani.

La Dani è una mia amica da mille anni. Sì, come La Fede. Si vede che per ispirarmi ci vuole tempo! Alla Dani (non è un errore di grammatica, si chiama proprio così, e i non veneti portino pazienza) quest’anno, al primo di gennaio, avevo augurato un anno “fuori dalla zona di comfort”, che mi pareva una cosa carina, utile e un po’ da guru (vedi alla voce #soggurapureio). Solo che lei mi ha presa alla lettera e ha un po’ esagerato, trovandosi in situazioni un po’ troppo fuori – dalla zona di comfort e molto più. Ci ironizzo ora che la tempesta spero stia passando. Come ogni sfida, anche quella che si è trovata ad affrontare La Dani è servita a tirare fuori il meglio da lei, una forza che forse lei stessa non sapeva di avere e una capacità di ripresa invidiabile. E forse, ma dico forse, una serie di altri cambiamenti, piccoli e grandi. Tra questi un micio che presto entrerà in casa. Non è una decisione di poco conto, visto che lei insiste che i gatti non le piacciono (nei fatti, è la madre che lo desidera), ma secondo me lo dice solo perché mette davanti le questioni pratiche, che poi me la immagino in un brodo di giuggiole a spupazzare il mini-felino. Insomma, un altro piccolo, morbido e irriverente cambiamento in arrivo.

Marta e Sarah.

Marta ha un allevamento di cani, in un posto da favola che si chiama, non a caso, il “borgo del poeta”, dove oltre ai cani abitano alpaca, caprette e non so che altro, e dove ogni anno lei organizza il raduno di Bolonka e Bolognesi. Quest’anno, tra un paio di settimane, si rinnova l’appuntamento, a cui io non potrò partecipare per impegni con altri umani. Dal suo allevamento arriva Penny, in modo casuale e rocambolesco di cui vi racconterò, attraverso l’intervento (tipo aiutante magico) di Sarah, che di mestiere fa il veterinario e di hobby fa la sorella (mia).

Ecco, questo poker di donne mi ha ispirato una miniserie che possiamo titolare “Pet – o non pet”, e che non parla di animali ma di noi (come sempre. Di cosa altro vuoi parlare, in fondo?), con e senza quadrupedi a portata di mano.