“Una Montagna di Cose” è il titolo di un evento di promozione turistica delle terre colpite dalla tempesta Vaia, una zona ampia e trasversale che travalica i confini comunali e anche di altre suddivisioni territoriali, come ad esempio l’Altopiano. Un piccolo cartellone – sabato e domenica – con proposte per chi frequenta la montagna, che si realizza con i fondi di Camera di Commercio di Vicenza, la quale ha incaricato GAL Montagna Vicentina di conferire l’incarico ad una società che si sarebbe occupata di ogni aspetto dell’organizzazione.
Dell’evento ho curato l’ufficio stampa, ma ho anche contribuito alla creatività e alla definizione del concept.
Un anno decisamente sui generis, questo 2020, che ha visto rimandare e cancellare tutti gli appuntamenti pubblici, e tra questi anche il nostro, previsto inizialmente per febbraio/marzo (tanto che si parlava di ciaspolate), poi sospeso e finalmente concretizzato nell’ultimo weekend di agosto, pensando ad un prolungamento della stagione. Il maltempo – anche questo di portata straordinaria – ha costretto a dividere in due gli eventi, confermando quelli che era possibile portare al coperto, come gli spettacoli, ma posticipando le passeggiate alla settimana seguente.
In un evento è fondamentale il “concept”, il quale a sua volta parte dalla natura più profonda, l’essenza, di ciò che si fa, e consente di individuare un fil rouge che darà unità al tutto, favorendone la divulgazione. Importante per l’ufficio stampa, perché si possono focalizzare gli aspetti cardine, quelli che costituiscono la notizia, in nuce, e il suo valore agli occhi del giornalista e dei suoi lettori/spettatori.
Ogni lavoro è artigianale, fatta a mano, con cura.
(L’ho scritto anche nella mia presentazione)
Ho trattato questa cosa con la dedizione che ho riservato ad ogni incarico di ufficio stampa. Chi fa questo mestiere, o chi volesse impararlo dai “vecchi” (piccolo-spazio-pubblicità: saltuariamente tengo corsi in cui, come dico sempre ai partecipanti, “dico tutto quello che so” sulla materia). Tra le variabili con cui fare i conti c’è sicuramente il tempo, nel duplice senso di anticipo rispetto l’evento e di periodicità (lavorare in agosto non è proprio semplicissimo).
Gli esiti sono sempre incerti (chi dice il contrario conta su altri fattori, oppure mente). Stavolta la soddisfazione è stata davvero buona, da parte mia. Non parlo di feedback del cliente ma di vera e propria autoanalisi. Non solo per i risultati tangibili, ma per la qualità del lavoro, conseguenza di avere a che fare con professionisti che fanno bene il proprio lavoro, con reale passione. Io le cose le misuro così.