Il tempo ritrovato nell’epoca del Corona Virus.
Cerchiamo di essere costruttivi, di reagire a questa situazione che ha del paradossale. Causa la mia età, mi vien da dire (che tempo fa non ero sensibile a molte cose che oggi mi appaiono enormi), sento sulla pelle il tempo che vivo. Spero capiti anche ad altri, magari a voi che leggete, perché altrimenti sono un caso da studiare. Ma non credo.
Dunque, in epoca di Corona Virus, il clima generale diventa un agente che condiziona pesantemente le mie giornate. Accade che la programmazione delle attività salta completamente; il mio calendario, costruito con difficoltà cercando di conciliare spinte centrifughe anche importanti, è andato allegramente a gambe all’aria.
Tempo liberato? Non proprio. Per ora è tempo sprecato.
Intanto questa cosa si paga, proprio a suon di quattrini. Nella lotta alla fatturazione, in cui nulla è automatico, in un attimo il budget previsto per l’anno si azzera, i mesi scompaiono dal calendario (e non per le uscite, ovviamente). Anzi, magari fosse così! Potrebbe essere addirittura un pensiero gradevole: sì dai, facciamo che febbraio marzo e aprile non ci sono. Ci addormentiamo, come in una fiaba a causa di un invisibile sortilegio, e quando ci svegliamo, meglio se al bacio del nostro principe, siamo più belli di prima, e pure riposati.
Ecco, no. Ciò che sta accadendo non ci assomiglia nemmeno. Il sortilegio in questione è più crudele. Posa sulle teste della gente un manto di inedia, di incapacità ad agire. Mantenere la normalità è arduo, se non è imposto dall’esterno.
E l’esterno è in tilt (a meno che non lavoriate nella sanità, dove immagino stiano impazzendo), non si preoccupa più di voi, non vi chiede compiti da eseguire, scadenze da rispettare.
Dunque, tempo sprecato, facendo niente. Quanto di più distante dall’otium.
Da piccoli c’era “Cosa fare quando piove”.
L’idea è di riscrivere questo capolavoro, in versione per adulti. No, non fraintendete il senso di “per adulti”, nessun giochetto strano.
Due scenari: utilizzare il tempo per fare quello che di solito non hai tempo di fare. Ora che gli ostacoli si sono auto rimossi, agiamo. Esempi (auto riferiti): segui quel corso di coaching on line, rivedi il tuo brand, aggiorna il blog (e io, che sto facendo?), pensa ovvero medita, cioè rifletti e rivedi il tuo business.
Contattare nuovi clienti no, è inutile, perché sono tutti isterici e adesso hanno il coronavirus, motivo per non fare le cose in sospeso da sei mesi.
Seconda modalità, quando la prima ti avrà stufato: ripensa alla modalità di fare le cose. Io apprezzo moltissimo, proprio metto al primo posto in assoluto, il contatto diretto, personale. Ma se questo non si può fare (e in ogni caso non è l’unico modo possibile), avete messo in atto altri strumenti? Un blog dove scrivete cose di valore, un podcast (mi tocca metterlo in elenco anche se non mi trova tra i suoi fan), un house organ (caro, vecchio giornalino che si manda ai clienti), e sicuramente altro, a piacere.
Ci sono i concerti in diretta Facebook, dalla sala prove, senza pubblico e con l’orchestra sparpagliata. Sono fantastici, e in più lanciano un messaggio super positivo. Segnalo quello della Toscanini: leggete le parole del suo direttore artistico, lo straordinario Alberto Triola: “La Toscanini desidera far sentire al pubblico la propria presenza, portando nelle case di tutti la musica. Un segnale forte, di fiducia e positività. Ci sentiamo in dovere di allentare, almeno idealmente, questo desolante momento d’incertezza”.
Enrico Galliano, il prof informale, fa pillole di lezione da YouTube, in stile tutto suo, e oggi diventa il punto di dialogo con i suoi studenti. Non è ortodosso ma sicuramente i ragazzi lo ascoltano. Mentre scrivo, ho in sottofondo la nr.5, su Leopardi.
E voi, cosa fate in casa, in questi giorni in cui piovono virus?
Naturalmente, cercate il Cirillo J