Voglio scrivere il mio ebook

Annabaldo

Avete qualcosa da dire, volete dare il vostro apporto al mondo, o forse avete una storia pazzesca da raccontare. Volete far sapere che voi, sulla vostra materia, siete una voce autorevole. Quindi non resta che scrivere il vostro ebook, ma ancora non siete partite.

Insomma, cosa serve per scrivere?

Secondo me servono tempo, calma, ordine mentale, allenamento (nel senso di pratica). Una stanza tutta per voi, si direbbe. E dato che di mestiere fate altro, questa indicazione non è solo spaziale, ma significa ritagliare tempo e spazio mentale da dedicare ad un vostro progetto di comunicazione.

Mi ronza sempre in mente un feedback ricevuto dopo un mio corso in aula (tema: ufficio stampa), che mi ha fatto molto piacere perché è proprio quello che avrei amato sentirmi dire, riconosciuto come valore: “tu ci dici tutto quello che sai”.
Ed è proprio questo che posso fare, con un’aggiunta. Non solo dico, ma faccio.
Avevo aperto tempo fa la mia pagina Fb “Dire e Fare comunicazione”, e mi sa che ci ho preso, con il nome, perché la comunicazione si insegna facendo, si fa assieme, chi ha più esperienza e chi meno, o diversa, proprio come avviene per un sapere artigiano che non può essere disgiunto dalla pratica, dall’esercizio. Nessun corsificio darà mai risultati, da solo.

Scrivere è come intraprendere un cammino

Scrivere non è come farei 100 mertri, ma non è neanche come fare una maratona. È piuttosto paragonabile a intraprendere un cammino, di quelli antichi come la Via Francigena che ora vanno molto di moda, facendo diverse tappe, per un certo periodo di tempo. Se ad un certo punto si smette, non si arriva da nessuna parte. Mantenendo la metafora, cosa funziona e cosa no, per me? Perché vado a camminare una, due volte, e poi diserto, nonostante ci tenga a fare movimento? La differenza la fa la compagnia: se ci vado da sola o con un’altra persona, se ho un appuntamento da rispettare, se condivido lo sforzo, sentendo di fare solo parte della fatica. Meglio ancora se l’altra persona mi fa da allenatore, dandomi tempi e dosi, modalità e dritte per migliorare.

Nasce così TANDEM, la mia proposta per voi che, leggendo “Scrivere è la parte facile” avete pensato “Insomma…”. Avrei potuto chiamarla “Coach di scrittura” o altri titoli roboanti, ma non mi andava. L’idea è proprio: hai voluto la bicicletta (scrivere il tuo ebook)? Ora pedali, solo che lo fai assieme a me.
Non è un corso, non è una serie di istruzioni o consigli, non è neanche Il Mio Metodo Esclusivissimo, L’Unico al Mondo. È il mio vecchio “ti affianco, con tutto quello che so” sulla questione.

Presto, dunque, anche Tandem debutterà come si deve. Avevo messo le mani avanti, cercando di procurarmi una casistica, pensando di approfittare del lockdown per dedicarmi alla mia nuova proposta (nuova solo per me, ovviamente, che di esperti che aiutano a scrivere ce ne sono di ottimi, affiancati poi dai venditori di sogni e dai corsifici). Fu così che un bel giorno chiamai M. (Emme, fa molto James Bond, non trovate?) dicendo: “Tu dovresti scrivere un e-book, se vuoi ti aiuto, in cambio del tuo feedback”. Non mi sarei mai aspettata la sua risposta, che fu: “Non un e-book, proprio un libro! Ce l’ho nel cassetto, anzi solo in testa, da tanto tempo. Come hai fatto a saperlo?”
E infatti non lo sapevo. Però abbiamo iniziato a lavorarci e siamo – spero – a buon punto. Però è presto per scoprire le carte, quindi se ne riparla tra un po’.

L’altro elemento che mi ha fatto pensare è stata una frase di S., una cara amica che si diletta a scrivere. In quel caso, S. lamentava di essere indecisa su quale corso di scrittura creativa affrontare. Avrebbe voluto frequentare insieme a me un qualche corso. La mia obiezione è stata che non trovo nulla di più solitario della scrittura (al contrario, si frequenta un corso per fare qualcosa assieme ad altri).
La porta della nostra stanza ben chiusa. Casomai si tiene aperta la finestra.
E comunque non si scrive per scrivere, ci vuole un motivo. Se poi, come stavo pensando io, si fa riferimento ad una produzione che, di fatto, è un materiale di promozione, ancor più si devono avere ben chiari i motivi, i destinatari, i mezzi, fino alle questioni stilistiche, di brand e via dicendo.

E qui torniamo al mio “di mestiere, alla fine, scrivo”. Non ci si butta a scrivere, lo si fa alla fine. Con me, in tandem, si fa anche tutto quello che viene prima. Niente paroloni tipo “strategia” che mi suona persino ridicolo: cos’è, per caso le cose si fanno a vanvera? No, prima si pensa, si fa la conta di ciò che c’è e ciò che manca, e solo dopo si parte.